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Come saranno le relazioni professionali nel post lockdown?

Cosa accadrà delle relazioni professionali quando tutto questo sarà finito?

Ci saranno più interazioni e meno videocall?

Negli ultimi tempi si parla di stanchezza da ”Zoom”, ovvero la fatica dagli incontri video (attraverso la piattaforma Zoom  che permette le interazioni video) di cui probabilmente abbiamo abusato durante i mesi primaverili di lockdown. Effettivamente, nelle ultime settimane la presenza di partecipanti ad eventi online, con il nuovo lockdown e smart working autunnale, è fortemente diminuita. Bisogna aumentare il numero degli invitati per arrivare a un livello di iscritti considerato accettabile. Ma non basta. Molti partecipanti, poco dopo l’inizio dell’evento, si disconnettono.

A questo si aggiunge inoltre la consuetudine di tutti coloro che – pur rimanendo collegati – spengono la telecamera.

Restano dunque al buio, riunioni, presentazioni ed interventi mentre si continua a lavorare.

Ci sono poi gli eccessi di coloro che, durante questi incontri, da ”finti spettatori” si distraggono completamente anche dal lavoro con pause caffè fuori orario, telefonate personali fuori luogo e attività domestiche fuori ogni logica del buon senso.

La sensazione generale è di una stanchezza diffusa a causa dei molti mesi trascorsi in compagnia di uno schermo come interlocutore. Uno schermo per parlare con i colleghi, con il proprio capo, con i clienti, con i fornitori.

Tutto è stato peraltro aggravato da un eccesso di eventi ai quali partecipare. Organizzatori di eventi e videocall moltiplicati a qualsiasi ora della giornata, dalle pmi alle multinazionali, ai liberi professionisti.

Webinar come televendite, come unico sistema per la promozione di  beni o servizi.

Videocall per continuare ad essere presenti per i propri clienti che fossero incontri online, sessioni di formazione o eventi di ogni genere. Ed è quello che hanno fatto più o meno tutti.

Torneremo probabilmente a popolare gli uffici e a vederci meno spesso via Zoom ma avremo imparato la flessibilità.

Lavoro agile solo se si è in grado di conciliare tempi di vita e di lavoro, ma anche di incrementare la produttività.

Superata l’emergenza  sarà senz’altro necessario rimettere il lavoro flessibile sui binari della coerenza per ritornare a una sana alternanza tra lavoro in azienda e lavoro da remoto adeguandoci a questa sperimentazione di massa senza commettere più errori.